martedì 1 gennaio 2013

Il fallimento economico del Governo MONTI


Il fallimento economico del Governo MONTI
Per fortuna che l’avvento del governo “tecnico” di Monti avrebbe dovuto risollevare l’economia italiana e metterla al riparo dalla crisi, come ama ripetere, con sussiegoso compiacimento, il nostro "Rigor Montis” ogni volta che si reca in trasferta.
Questo accade specialmente all’estero, ove ultimamente ha affermato con sicumera, di aver “evitato il disastro totale” mediante l’azione di risanamento dei conti pubblici e le riforme strutturali da lui varate che potranno garantire un aumento del Pil pari al 4% nell’arco di dieci anni” (dichiarazione rilasciata nel viaggio negli Emirati Arabi). Come si suole dire l’importante è crederci, per chi vuole ancora credere !!!
Peccato che siamo in presenza di un vero e proprio fallimento economico, tanto che importanti organismi internazionali (v. OCSE e non solo), stimano per i prossimi quindici anni una crescita massima dell’1% per l’Italia, se va bene.
Ma basta, semplicemente, osservare i principali fondamentali dell’economia italiana per fare presto un semplice calcolo, che smentisce simili “soloni” cattedratici.
Da quando “i tecnici salvatori della patria” in loden sono al governo (purtroppo già un anno), l’economia italiana non ha fatto che peggiorare: disoccupazione al 10,8%, quella giovanile al 36%; - 2% il PIL italiano; - 35% la domanda di mutui; diminuzione del livello della spesa pubblica in innovazione e ricerca; livello dei salari pi’ basso in Europa; aumento crescente del debito pubblico (arrivato a 1.995 miliardi di euro, superiore al PIL prodotto); crescita dell’inflazione; diminuzione della domanda interna; calo del potere d’acquisto di salari e pensioni a livello di 30 anni fa.
Durante la permanenza dei tecnici in salsa governativa, tanto benedetti dall’alto del Colle, le uniche due cose positive, sono stati l’export (mantenuto stabile, non certo per merito del governo ma grazie alla tenacia delle piccole e medie imprese) ed il livello dello spread.
Già, lo spread di cui tanto si parla. Quest’ultimo, in effetti, è calato, ma si tratta di una pura interpretazione artificiosa e falsata della realtà economica, elaborata da parte delle agenzie di rating internazionali, che sono notoriamente i “gazzettini” dei poteri forti a livello internazionale ove, per altro, qualcuno di lorsignori tecnici ha già lavorato in passato, tanto da percepirne la pensione.
Una vera agenzia di stime economiche dovrebbe in realtà fotografare il peggioramento dell’economia dei tecnici, intervenuto nel corso dell’anno, e non limitarsi a dire che è diminuito il differenziale tra i nostri tassi del debito pubblico e quelli tedeschi (questo è in realtà il significato dello spread), e che quindi siamo più affidabili. Peccato però che nel frattempo tutti i dati sono peggiorati in volume (v. entità debito pubblico) ed in percentuali.
La verità dei fatti è che siamo passati dalla crisi alla piena recessione, con una serie di interventi economici governativi di tipo fallimentare basati sulla mera austerità, per cui il debito pubblico e privato sono nettamente peggiorati e siamo diventati ultimi in Europa (con la sola eccezione della Grecia) per crescita economica, occupazione e produttività, con un preoccupante calo della propensione al risparmio individuale (mai accaduto in precedenza).
Il prezzo di tale austerità continua ad essere pagato dalle fasce deboli della nostra società, ossia giovani, pensionati e lavoratori a reddito fisso.
Non c’è stata nessuna equità nella distribuzione dei sacrifici, nel taglio delle spese improduttive (incluse quelle vergognosa di tutta la casta), tanto è vero che la ricchezza privata è pari a 4 volte e mezzo il debito pubblico. Ma il debito è di tutti e la ricchezza continua ad essere di sempre più pochi.
Non è stata attuata una politica economica complessiva vera, né tantomeno politiche mirate per i più giovani (es. creazione legame lavoro-istruzione), ma al contrario se ne è aumentata la condizione di precarietà, grazie alla maestrina delle gaffe Fornero.
Le disuguaglianze sociali, di conseguenza, sono in pauroso aumento e generano nuova povertà e sofferenza sociale diffusa.
Gli pseudo –politici, molti dei quali sostengono siffatto governo di iniziati tecnocrati, cosa fanno ?
Si divertono con i “giocarelli” della legge elettorale e delle primarie a destra come a manca in una sorta di iscrizione al concorso di Miss Italia della politica dell’italietta, dimostrando ancora una volta la loro mediocrità ed il loro servaggio nei confronti del potere finanziario interno ed internazionale.
Tecnici e presunti “politici” sono vecchi (non solo d’età), inetti e sorpassati, hanno perso ormai il consenso sociale e saranno delegittimati, in vero, molto presto, forse tra qualche mese, perché è in arrivo il BING BANG della partitocrazia.

SICEL (SINDACATO ITALIANO - CONFEDERAZIONE EUROPEA DEL LAVORO)
www.confsicel.it
sinlai.sicel@libero.it

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