1° Aprile 1987 – In ricordo di Adriana Pontecorvo
Ordine Nuovo, movimento di destra, fu fondato da Pino Rauti, militante del Movimento Sociale Italiano, nel 1956, in seguito alla frattura che avvenne durante il Congresso di Viareggio nel 1954. Quando fu confermata la nomina di segretario del partito ad Arturo Michelini, la parte più intransigente, guidata da Pino Rauti, decise di dissociarsi. Inizialmente, fu individuato come Centro Studi Ordine Nuovo con il compito di rappresentare una corrente giovanile al vertice del Movimento Sociale Italiano che propugnava un atteggiamento di rifiuto alla società contemporanea, corrotta e materialista. La sede nazionale fu aperta a Roma in via Pietra e successivamente si trasferì in via degli Scipioni, 268.
Il gruppo era formato da Clemente Graziani, Paolo Andriani, Rutilio Sermonti, Silvio Vitale, Piero Vassallo, Gabriele Troilo, Antonio Lombardo, Stefano Mangiante, Riccardo e Gastone Romani. In seguito aderirono anche Paolo Signorelli, Giulio Maceratini, Gino Ragno, Marcello Perina e Adriano Romualdi, ex militante della Giovane Italia. La rottura definitiva che sancì la fuoriuscita degli ordinovisti dal partito fu la rielezione di Michelini e l’alleanza con i moderati di Giorgio Almirante. Il leader Pino Rauti, deluso dalla situazione, decise di allontanarsi dalla scena politica.
Con l’arrivo alla segreteria nel 1969 di Giorgio Almirante, il fondatore di Ordine Nuovo e altri dirigenti, decise di rientrare nel partito. Decisione aspramente criticata dall’ala più dura del movimento. Infatti, il 21 settembre del 1969 nacque il Movimento Politico Ordine Nuovo guidato da Clemente Graziani assumendo la funzione di segretario nazionale. Aderirono anche Mario Tedeschi, Bruno Esposito, Emilio Garrone, Antonio Ragusa, Roberto Gabellini, Sandro Saccucci, Pierluigi Concutelli, Elio Cassagrande e Salvatore Francia. Il primo congresso nazionale fu tenuto a Lucca nell’ottobre del 1970.
A livello organizzativo, il nuovo movimento avviava i corsi di formazione quadri. Per la formazione ideologica, i corsi duravano due mesi ed erano suddivisi in otto sezioni. Per la formazione politica, invece, i corsi duravano sempre due mesi ed erano suddivisi in cinque sezioni. Il rifermento esplicito ad Julius Evola, la linea oscillante del Movimento Sociale Italiano, il carisma di Clemente Graziani, portarono l’organizzazione, in quattro anni di attività, a rappresentare il gruppo extraparlamentare di destra più noto ed importante del periodo. Ma il 21 novembre del 1973 trenta dirigenti furono condannati per ricostituzione del Partito Nazionale Fascista e fu decretato lo scioglimento dell’organizzazione da parte del Ministro degli Interni. Intanto Clemente Graziani, insieme ad altri dirigenti, si rifugiò in esilio per evitare l’arresto.
Dalla Grecia alla Francia, dall’Inghilterra alla Bolivia, fino ad approdare in Paraguay dove si spense nel 1996. Alle sbarre anche una ragazza, Adriana Pontecorvo. Fin da giovanissima, formata grazie alla severa scuola morale del padre Arturo, amico di Giuseppe Solaro, apostolo della socializzazione nell’ambito delle sue conoscenze, ne seguì sempre l’esempio. Particolarmente vicina era alle persone che avevano vissuto nel periodo della Repubblica Sociale Italiana e al dramma dei profughi Giuliano – Dalmati. Il suo primo impegno politico fu quello di dedicarsi, insieme ad altri giovani di Ordine Nuovo, al recupero delle salme nascoste in fossati, campi, boschi e dirupi, e sepolti nel Sacrario del Cimitero Monumentale di Torino.
Divenne responsabile femminile del Movimento Politico Ordine Nuovo e ottima infermiera, seguendo un corso presso la Croce Bianca, per meglio accudire la madre gravemente malata. Fu la principale collaboratrice e coordinatrice durante il periodo di latitanza di Salvatore Francia. Il 10 agosto del 1972 organizzò un campo paramilitare del Movimento Politico Ordine Nuovo a Forte Parmand di Salbentrand in alta valle di Susa. Il mese prima la Polizia aveva scoperto altri campi paramilitari a Zafferana Etnea e a Menfi. Il 19 luglio del 1974 a Bardonecchia, vicino al confine francese, fu arrestato il torinese Emilio Garrone mentre portava al latitante Salvatore Francia materiale e documenti affidatogli da Adriana Pontecorvo. L’ultima, drammatica, vicenda che affrontò fu la feroce e spietata repressione scatenata a Torino contro il Movimento Politico Ordine Nuovo ad opera del Giudice Istruttore comunista Luciano Violante.
Su quel processo, il democratico, costruì le sue fortune politiche, qualificato da La Stampa di Torino come “Personaggio dell’anno”, fu eletto deputato del Partito Comunista Italiano, Presidente della Camera dei Deputati e Presidente della Commissione per le Riforme Costituzionali. Il 4 aprile del 1976 la Corte d’Assise di Torino concluse il processo condannando Adria Pontecorvo a tre anni e sei mesi di reclusione, per cospirazione politica mediante associazione, trascorsi in varie fasi tra le Carceri Nuove di Torino e Rebibbia di Roma. Fu rinchiusa nelle stesse celle di appartenenza alle Brigate Rosse e ai Nuclei Armati Proletari lasciandola del tutto indifferente.
Fu pregiudicata la vita del figlio e si aggravarono, fino alla morte, le condizioni di salute della madre. La sua esistenza fu distrutta e la salute completamente minata fino a quando, nelle prime ore del 1° aprile del 1987 il suo cuore smise di battere. Ai solenni funerali era presente Gastone Tarasconi, in rappresentanza degli ex combattenti, con l’autentica bandiera della Repubblica Sociale Italiana e tantissimi militanti di Ordine Nuovo. La bara fu avvolta dalla bandiera del movimento: l’ascia bipenne all’interno di un cerchio bianco su sfondo rosso con il motto “Il mio onore si chiama fedeltà”.
carminecetro@inwind.it
nota originaria di Fabio Rossi
Vice Segretario Nazionale del Movimento Patria Nostra
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