martedì 1 gennaio 2013
CAMERATA EMANUELE ZILLI....PRESENTE!!!
Anche una tranquilla città di provincia come Pavia può avere i
suoi morti e può persino dimenticarseli... E', più o meno, ciò che è
avvenuto per la vicenda di Emanuele Zilli, 25 anni, esponente e
attivista del Movimento Sociale Italiano, di cui era stato anche
candidato alle elezioni comunali. Un militante di quelli che non si
tiravano indietro, in anni di scontri anche molti duri. Aggredito una
prima volta, nel 1972, in piazza Castello insieme ad un amico, qualche
mese dopo stava per fare la stessa fine, insieme ad altri due iscritti,
uno dei quali,però, reagì sparando un colpo di pistola che ferì uno
degli aggressori, Carlo Leva. Naturalmente questo episodio ebbe grande
risonanza ed Emanuele passò non pochi guai. Infatti, poche settimane
dopo, fu "prelevato" da un cammando di comunisti mentre si trovava di
fronte alla sede del MSI e selvaggiamente percosso. Ricoverato in
ospedale in gravi condizioni fu però dimesso quasi subito, ancora
sofferente, per consentire alla polizia, non di proteggerlo...bensì di
arrestarlo per l'episodio precedente. Due medici del Policlinico furono
anche denunciati per la loro prognosi a dir poco "sospetta".Sarebbe del
tutto inutile specificare che Zilli fu poi riconosciuto completamente
innocente, ma ormai il suo destino era segnato.Emanuele era sposato e
padre di due bambine che, nel novembre 1973, avevano appena due e un
anno: era un operaio che, per mantenere la sua famiglia, lavorava
duramente presso una nota ditta di Pavia, la Bertani, e fu all'uscita
dal lavoro che trovò ad aspettarlo la morte... Così "La Provincia
pavese" di quei giorni ricostruisce i fatti."Sembra che venerdì sera
egli fosse uscito dal lavoro e, verso le 18 e 30, stesse facendo ritorno
a casa in sella al proprio motorino percorrendo una traversa di via dei
Mille. Qui è stato rinvenuto, poco dopo le 18 e 30, esanime a terra
accanto al proprio motorino. Il corpo dello Zilli giaceva sulla
sinistra della carreggiata. Prontamente soccorso, il giovane veniva
trasportato al Policlinico. In un primo tempo si faceva l'ipotesi più
ovvia, quella dell'incidente stradale: lo Zilli sarebbe sbandato sulla
propria sinistra, andando a sbattere contro un'auto o finendo a terra per
un malore. Ma alcune circostanze inducono ad una maggiore cautela: lo
Zilli aveva un occhio pesto, come se fosse stato picchiato; sul collo
presentava un profondo graffio; ed il suo corpo era stato trovato in una
posizione "strana" rispetto al motorino". "Il luogo era completamente
deserto - aggiunge il quotidiano in un altro resoconto - non c'erano
macchine intorno contro cui Zilli potesse aver urtato cadendo. Né segni
di uno scontro". Tre giorni durò l'agonia di Emanuele che si spense,
senza mai riprendere conoscenza, all'alba di lunedì 3 novembre
1973.Sulla sua vicenda non è mai stata fatta luce, non si sono cercati
testimoni, non si è vagliato l'alibi dei più feroci estremisti di
sinistra che avevano giurato a Zilli "sei il primo della lista".La
tranquilla Pavia ha preferito dimenticare, magari facendo finta di
credere alla tesi dell'incidente... così che di Emanale rimasero solo:
un duro comunicato del MSI che chiede inutilmente "Giustizia"; il pianto
sconsolato della giovane moglie, Giuseppina, di 21 anni; e quelle due
bambine che non hanno praticamente mai conosciuto loro padre.
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